Il FAI e WWF tracciano la fotografia di un processo irreversibile e in crescita di perdita di territorio.
Si legge nell'introduzione al Dossier 'Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare' che 'ha preso le mosse da una ricerca promossa dall’Università dell’Aquila (in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano, con l’Osservatorio per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e il Progetto sostenibile della Regione Umbria e con WWF Italia) che ha prima messo a punto uno strumento tecnico (GIS) in grado di semi-automatizzare la procedura di estrazione delle superfici urbanizzate dalle cartografie raster e, successivamente, consentito di fotografare le tendenze delle superfici edificate e accessorie. Nelle Regioni fino ad ora analizzate (Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche Molise, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta) emerge una ampiezza notevole delle differenze di copertura urbana tra gli anni ’50 e dopo il 2000. Una proiezione dei dati finora disponibili sull’intero territorio nazionale conduce ad una superficie media di conversione giornaliera pari ad oltre 75 ha/g, il che porta ad uno scenario di circa 600.000 ha di superfici impermeabilizzate nei prossimi vent’anni.
Dato questo che può essere schematicamente rappresentato con un quadrato di circa 80 km di lato.'
Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare
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